- quelle che sono miscelate con lievito di birra (spesso camuffato sotto fantasione denominazioni come per esempio «fermento attivo», «lievito naturale compresso» et similia), a volte espacciato come starter ma che in realtà è l'unico elemento fermentante in quanto il resto dei microrganismi è morto. Sono quelle che io sconsiglio poiché non è mai chiaro quanto lievito di birra contengono e pertanto non ci consentono di preventivare tempi e modalità di lievitazione. Alcune di esse ne contengono talmente tanto che alle dosi consigliate lievitano un impasto da 500 grammi di farina in un paio d'ore in inverno (come il cubetto di lievito pressato).
- quelle che sono pure ma morte e pertanto bisogna usarle in combinazione alla dose di lievito di birra che comunque si sarebbe usata per la ricetta.
- quelle che, essendo disidratate lentamente a temperature non molto alte (max 40 °C credo), rimangono vive e si riattivano semplicemente a contatto con un liquido, pertanto possono essere adoperate pure.
Di sicuro queste ultime non sono ricche come quelle che si preparano in casa in quanto, per poter sopravvivere all'essiccazione, debbono contenere una microflora termoresistente, appositamente selezionata in laboratorio. Tuttavia, utilizzando queste ultime come starters per iniziare la propria coltura di pasta acida, è probabile che a lungo andare la coltura si contamini di microrganismi già presenti nell'ambiente, com'è successo a me, e pertanto la pasta acida si arricchisca di nuovi fermenti, che migliorano la lievitazione e gli altri processi (e dunque le altre caratteristiche dei nostri lievitati) e conferisco al prodotto piacevolissimi complessi aromatici che poi si andranno a riversare sui prodotti per cui lo useremo.
Hai visto le ricette che mi avevi chiesto ?Statistiche: Inviato da tarallo — 30/04/2010, 15:05
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