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Data la scarsità di indicazioni in rete, ho provato ad elaborare una mia versione basandomi su due testi di cucina medievale e rinascimentale che ho la fortuna di possedere*.
Ingredienti
Per la pasta frolla
Farina 00 500 gr.
Burro 250 gr.
Zucchero 150 gr.
Uova (medie) 2
Per il ripieno
150 gr. mandorle pelate (di cui il 10% amare)
acqua 1 l
riso (da risotto, a grani piccoli) 150 gr.
zucchero 180 gr.
cedro e arancia candita a cubetti 5 cucchiai
pinoli 100 gr.
acqua di rose 3 cucchiai
1 uovo sbattuto per lucidare
Procedimento
Preparare la frolla come si usa fare, e riporla a riposare in frigo.
Frullare a lungo le mandorle con l'acqua, finchè ne viene un bel liquido bianco. Setacciare per separare la parte liquida dalla purea di mandorle (da conservare).
Coprire il riso con acqua fredda, portarlo ad ebollizione, schiumarlo e scolarlo. Rimetterlo nella casseruola e coprirlo con parte del latte di mandorle. Far cuocere a fuoco bassissimo, rimboccando con il latte di mandorle fino ad esaurimento del medesimo. Unire la purea di mandorle precedentemente messa da parte e lo zucchero, far addensare ancora un po' fino ad una consistenza sostenuta ma molto cremosa. Unire i canditi e, una volta tiepido il composto, anche l'acqua di rose ed i pinoli.
Ovviamente, le dosi di zucchero, canditi, etc. sono indicative dato che queste rispecchiano unicamente il mio gusto personale. Anche il fatto di aver inserito l'arancia è una mia aggiunta.
Preriscaldare il forno (io ho messo la funzione ventilata, a 170°). Imburrare uno stampo a cerniera. Dividere in due parti la frolla e preparare due dischi, dei quali uno deve avere la dimensione dello stampo (il coperchio) e l'altro deve essere più grande per poter foderare fondo e circa metà pareti dello stampo. Mettere da parte i ritagli di pasta. Nello stampo foderato con il disco più grande, versare il ripieno e pareggiare. Coprire con il disco più piccolo e premere i bordi per chiudere. Spennellare con l'uovo sbattuto. Se uno ha voglia (io ce l'avevo) con i ritagli di pasta realizzare la "scopetta" raffigurata sull'impresa alraldica di Ludovico il Moro (ho girato un po' su internet, poi ho deciso di basarmi sul disegno che dovrebbe essere quello realizzato nelle pasticcerie di Vigevano). Spennellare anche l'elemento decorativo. Infornare per 40/50 minuti, vale la prova stecchino.
Non so dire sul sapore dopo l'infornata, la tagliamo stasera e domani riferisco. Però posso dire che il ripieno, assaggiato una volta pronto, è delicato ma avvolgente e profumato.
Per Azabel

*A tavola nel Medioevo - Odile Redon, Françoise Sabban, Silvano Serventi;
A tavola nel Rinascimento - F. Sabban, S. Serventi