Nelle piazze di paese e di città c'era l'ambulante che preparava proprio davanti alla gente che passeggiava le profumate mistocchine, che, cotte sulla piastra posta su un braciere, invogliavano grandi e piccini a comprarle, per scaldarsi un po' e gustare quei bocconi deliziosi.
La mistocchina è semplice farina di castagne intrisa di acqua, ben mescolata e tirata a uno spessore di circa un cm, poi ritagliata nella tipica forma ovale, infarinata sempre con farina di castagne, e poggiata sulla piastra rovente. Il suo sapore è dolce, un po' pizzichina, sembra di mangiare una caldarrosta sfarinata!
Ancora calde sono belle morbide, fredde, pur essendo gustose, induriscono!
Oggi si possono trovare nelle fiere autunnali-invernali.
Agli inizi di febbraio ricorre la festa di S. Biagio, patrono di Cento FE, e la sua celebrazione avviene nel duomo, dove i fedeli devotemente avvicinano alla propria gola un lungo, bianco cordone benedetto, esposto nella cappella laterale dedicata al Santo, perché S. Biagio è ritenuto il taumaturgo per le malattie della gola.
Nelle vie della cittadine, per questa festa, c'è una moltitudine di bancarelle, ambulanti che arrivano da tutte le parti, come pure tanta gente dei comuni vicini vi si reca, sia per devozione, che per curiosità e desiderio di acquistare quelle cose strane, tipiche, antiche, che non si trovano più da nessuna parte.
Io sono affascinata dalla bancarella del "mistocchinaro", quello tipico, anche come personaggio, che tutti gli anni si trova allo stesso posto del corso Guercino.
Quest'anno invece ce n'erano due di "mistocchinari", sistemati agli estremi opposti del corso...e io ho comprato da tutti e due!!!!
Il mio "mistocchinaro" preferito


ma se volete una immagine "forte": "Caldarrostai di Zocca" in trasferta
