Non ho mai capito il nome “uccelli scappati” per un piatto che non prevede volatili, probabilmente si intendeva che fossero scappati prima di finire in pentola.
Comunque, in casa mia gli uccelli scappati si cucinavano sempre con le quaglie, erano la parte da rosicchiare, così almeno un volatile nel piatto c’era.
In pratica spiedini fatti con carne di maiale, arrostiti insieme a qualche altra carne giusto per rendere il piatto più vario ed abbondante.
A noi ora le quaglie proprio non vanno, quindi utilizziamo altri tipi di carne per accompagnare, l’ultima volta abbiamo utilizzato una parte povera, ma molto gustosa, particolarmente apprezzata da chi ama rosicchiare ossa e cartilagini: la coda di vitello.
Veniamo a noi: si comprano un bel filetto di maiale ed una coda di vitello

Il filetto si taglia a cubetti e si realizzando degli spiedini alternando carne, foglie di salvia e lardo o pancetta.
La coda di vitello è sufficiente sezionarla nelle giunture alla lunghezza desiderata, poi si arrostisce tutto con burro ed un po’ di olio.
L’intingolo che se ne ricava, arricchito dal lardo e profumato dalla salvia, rende irrinunciabile l’abbinamento alla polenta oppure ad un soffice purè, come in questo caso.
Giusto per arrotondare i sapori, si potrebbe accompagnare con un contorno composto da gambi di porro caramellati.
Direi proprio di si…si… si!!!