Non posso che essere d'accordo con "tal gigi c." : in dialetto palermitano si dice " 'a pasta a' palina", io conoscevo la storia del monaco di S.Francesco di Paola, ma potrebbe essere vera anche l'altra ipotesi.
Su "pasta con le sarde" e "pasta con le sarde a mare" concordo con chi ha detto sarde e finocchietto nella prima e solo finocchietto nella seconda(secondo tradizione di casa mia).
La palina non mi piace, quindi non la faccio mai e non la prendo al ristorante, ma mi è capitato più volte di mangiarla perchè invitata in casa d'altri e ogni volta era una versione diversa.
Onestamente sarde fresche non ce n'erano mai, tutte erano rosse e qualcuna conteneva cavolfiore(broccolo), qualcun'altra finocchietto, tutte avevano le sarde salate e la mollica atturrata.
Quest'ultima nasceva come sostituto economico del formaggio grattugiato e poi è diventata parte integrante del piatto.
Quanto alle spezie(ma lo sapete che qui "spezzi" significa solo pepe nero?), ricordo forse un'ombra di cannella e basta.
Sicuramente Marcello e Teresa hanno usato sarde freschissime, ma è vero che c'era l'uso di usare molte spezie per nascondere l'odore del pesce non freschissimo...mi ricordo le frecciatine sprezzanti di mia nonna verso certe vicine che comperavano pesce discutibile, il cui odore si diffondeva poi, in cottura, per tutto il palazzo.
Il fatto è che, anche se qui pesce fresco ce n'è tanto, non tutti i palermitani lo conoscono...ma credono tutti di sì...
Insomma credo che siamo di fronte ad uno di quei piatti talmente "di famiglia" che la versione ortodossa diventa praticamente introvabile: se cominciassimo a discutere sulla "pasta con le sarde" ortodossa, apriremmo una discussione infinita...Teresa l'ha chiamata "la paolina di Marcello" e quindi ci stanno tutte le varianti che apporta lui, come del resto è avvenuto col cuscus tostato e con il pesto Ballarò.

...... anita...............................
te ne stai seduta sulla punta ricurva della luna, in quieta meditazione... hai tutto il tempo...