Il Terreno
Stanotte Alfio ha visitato i miei sogni. Don Alfio, il massaro di mio nonno.
Don perché, siciliano di altri tempi, era uomo “di rispetto”; massaro perché era a capo dell’azienda, la masseria, anche se mio nonno non ha mai posseduto una masseria nel senso proprio del termine. Entrambi, insomma, titoli immeritati: Alfio,
don Alfio Urzì, era un contadino. Ma in sogno era ben vestito, e rideva. “Mi sono laureato, sai?” E rideva… “Ora so tutto, del vino; peccato che le mie viti adesso sono affidate a te, ignorantone che non sei altro!”
E giù una filippica sui terreni della sua - della “nostra” mi verrebbe da osservargli - vigna che, al suo dire di adesso, erano responsabili di quella ciofeca di vino che tirava fuori ogni anno. Il famoso “vino del contadino”!
“ah!, se fossero stati ciottolosi e permeabili! Il mio vino avrebbe avuto una alta gradazione alcolica e sarebbe stato fine ed intensamente profumato!”
Bravo, merlo! Gli dico io. Un terreno alluvionale, volevi? E allora a Bordeaux dovevi stare o, per restare in Italia, in Friuli!
“ah!, Se fossero stati ben sabbiosi! Il mio vino sarebbe stato fine, delicato, profumato!”
Bravo, merlo! Gli dico io. Che non ti bastavan le sabbie granitiche della tua terra?
“ah!, se fossero stati con un po’ di argilla in più! Il mio vino si sarebbe ben conservato, sarebbe stato morbido e con una buona acidità!”
Bravo, merlo! Gli dico io. Poca argilla, però! Che altrimenti ti saresti ben spaccata la schiena a dissodare il terreno!
“ah!, se fossero stati calcarei! O, meglio ancora, marnosi! Il mio vino se lo sarebbero conteso i signori. Sarebbe stato molto alcolico, con una acidità bassa e ben profumato!”
Bravo, merlo! Gli dico io. Eh, già! Champagne, vero? E ancora Friuli, Etruria… tutte zone di grandi vini, che non ti sei mai meritato!
“ah!, se fossero stati terreni acidi! Il mio vino non sarebbe stato, forse, ricchissimo di colore e corpo! Ma sarebbe stato certamente fine e delicato, di ottima qualità!
Bravo, merlo! Gli dico io. Avresti dovuto andare in Piemonte a coltivar uva Nebbiolo!
Invece il suo – il “nostro” mi verrebbe da osservargli ancora – era un terreno vulcanico, abbastanza sciolto, tendenzialmente asciutto. Che, se Alfio,
donn’Affiu, fosse andato prima all’università invece di averci pensato dopo morto, gli avrebbe permesso di ottenere comunque un gran vino. E non “il vino del contadino” che lui, generosamente, si beveva!
Povero Alfio! Avrei voluto dirgli: “menomale che non era pesante e molto argilloso, il tuo terreno! Meno male che non era umido, il tuo terreno! Meno male che l’humus, il tuo terreno manco sapeva che era. Saresti riuscito a fare vino ancor meno pregiato di quello che facevi!
Ma se n’era già andato. Mi è parso di aver capito che andava a lezione… forse un master?
