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Profumo di basilico. Cucina genovese

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I biscotti del lagaccio di Mariber


i biscotti del lagaccio


Il Lagaccio è un bacino artificiale nei pressi di Genova voluto nel 1593 da Andrea Doria. Si racconta che proprio lì vicino nacque un forno, che diventò celebre per un particolare tipo di biscotto, sicuramente non un pasticcino, molto di più di una fetta biscottata: l'ennesima riprova della dolce ruvidità dei liguri. Originari di Genova, da oltre tre secoli i Biscotti del Lagaccio sono la cosa migliore che si possa tuffare in un tazzone di caffellatte... Se siete tediati da un weekend casalingo e piovoso, mettetelo a frutto così. Vi confesso che son talmente buoni quelli in commercio (di un paio di marche in particolare) ed è così lunga la ricetta che... boh. Vabè, se siete qui vi piace cucinare, no?!? Alez-y...

Ingredienti per 6 porzioni

- Per la prima lievitazione:
250 gr. di farina
125 gr. d'acqua
15 gr. di lievito fresco

- Per la seconda:
350 gr. di farina
175 gr. d'acqua

- Infine:
1 kg. di farina
5 hg. di zucchero
4 hg. di burro
10 gr. di semi d'anice
2 gr. di sale

Preparazione
Sabato mattina intiepidite 125 gr. d'acqua, in cui scioglierete il lievito. Fate la regolamentare fontana con la farina regolarmente setacciata ed impastate il tutto. Create una bella pallotta e ci fate una croce sopra, sia in senso pratico che figurato. Voglio dire: innanzitutto con un coltello incidete una croce sulla superficie della palla di pasta, non tanto per ragioni scaramantiche ma perché lieviti più agevolmente; e poi ci fate una croce sopra nel senso che per ora il vostro compito è finito, coprite con tenerezza la vostra palla crociata e riponetela in un posto tiepido e asciutto dimenticandovela per circa quattro ore.
Verso le due e mezza del pomeriggio, guardando Beautiful, impastate 350 gr. di farina (setacciata!) con 175 gr. d'acqua, quindi andate a recuperare la pasta lievitata del mattino (wow! ... che goooonfia...) e unite i due impasti creando un tutt'uno omogeneo. Altra doppia croce sopra.
Verso sera, quando la famiglia comincia a chiedere "ma che si mangia?", annunciate tutte allegre: "Sorpresa! Stasera, pizza party!". Quindi telefonate alla più vicina pizzeria da asporto ed accordatevi per una consegna verso le 8:30 p.m.
Intanto impastate gli ingredienti che vi sono rimasti: farina setacciata, zucchero, semi di finocchio tritati insieme ad acqua, burro ammorbidito, lecitina di soya ed un pizzico. Una volta ottenuto un bell'impasto morbido, andate a prelevare il vostro blob di pasta lievitata ed unite i due impasti. Su, lavorate, lavorate: dovrete ottenere il solito impasto perfettamente omogeneo. Fatto? Adesso dividete la pasta in 6 filoncini da circa mezzo kg. l'uno, lunghi circa 50 cm. (beh, lo confesso, non sono proprio sicura che le proporzioni siano giuste... vabé, cavatevela da soli: tenendo presente che i filoni lieviteranno ancora parecchio, sappiate che devono arrivare ad avere la larghezza di poco minore dei Biscotti del Lagaccio...) Siccome - appunto - la pasta lieviterà ancora un bel po', disponete i filoni ben distanziati tra loro, su teglie unte e coperte con uno strofinaccio.
Ecco, ora potete tranquillamente mangiare la pizza, e anche dedicarvi a qualcos'altro, se credete, ma non fate tardi: domattina sveglia alle 7!
Driiiiiiiiiiiiiiiiiin
E' l'ora di infornare a 200° i vostri splendidi, cicciuti filoncini! So cosa state pensando: accendo, regolo la sveglietta del forno e torno un po' a dormire... nein! La perfida narratrice di ricetta (che non sono io, io mi limito a riportare fedelmente...) si rifiuta di dare dei tempi di cottura, in quanto ogni forno, ogni clima, ogni impasto è storia a se'. Anche sotto tortura non sono riuscita ad ottenere di più di un sibillino "Cuocere fino a perfetta doratura". Sgrumpf... Perciò trascinate uno sgabellino nei pressi del forno e ciondolate con la testa lì davanti... comunque una sveglietta dopo 30 minuti la metterei, ecco...
Vabè, quando 'sti benedetti filoncini saranno belli dorati, dovrete sfornarli e dimenticarveli fino a sera.
Se siete molto innamorate potete tenerne uno al caldo e (fra un'oretta, non prima: non per il prodotto da forno, per l'umore) tagliarlo a fette e portare al vostro amato la colazione a letto...
Se siete molto goloseiil profumino vi ha già convinto ad addentarne uno ancora bollente. Se siete sagge mettete tutto via fino a 'stasera e tornate a dormire... Verso le 7 di sera recuperate i vostri filoni e tagliateli a fette (con taglio inclinato, avete presente? così: ///) alte circa 1 cm e mettetele a tostare nel forno, prima da una parte e poi dall'altra. Intanto la famiglia comincerà a chiedere (uffa!) "che si mangia?!" E voi, tutte allegre: "Sorpresa! Stasera, caffellatte party!"



Circondati di una nuova luce!

 

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