Per le tue ricerche nel sito:
voglia di andare in vacanza?
 Un libro per imparare a decorare?
|
Tropea:
mare, cultura e gastronomia mediterranei
La pinza bolognese

L'immagine è gentilmente offerta dal forno Calzolari di Bologna
La mia e' ricetta di nonna paterna....
Questo e' il dolce che nella mia famiglia da alcune generazioni si fa
per Natale e la sua preparazione e' uno dei ricordi piu' belli legati
alla mia infanzia, quando fare la pinza, o meglio, le pinze,
nel bolognese era il rito che precedeva il Natale ed era gia' di per
se' una festa. Sull'originalita' della composizione del
rusco non potrei garantire, ma questo e' cio' che si tramanda:
Si comincia qualche giorno prima, con la preparazione del ripieno, che
deve riposare almeno tre giorni prima di essere
utilizzato. Questa che descrivero' e' la dose per sei pinze, ma io di
solito ne faccio almeno una dozzina, perche' la pinza e'
bello anche regalarla, per Natale, e poi si conserva bene per molti
giorni.
Ingredienti per il ripieno:
1/2 kg di mostarda di cotogne (io trovo molto adatta quella in vasetto
di Alfredo Cavazza che, almeno a Bologna, e' di facile
reperibilita'), 1 hg di pinoli,
400 gr. di uvetta,
50 gr. scarsi di cioccolato in polvere dolce misto a cacao amaro,
cedro candito finemente tritato (quantita' a piacere),
vino bianco dolce (la quantita' e' variabile, leggere in seguito),
"rusco", a piacere (miscela finemente tritata di cannella
-poca-, chiodi di garofano -pochissimi- e anicini per la maggior
parte. Puo' darsi che qualcuno usasse anche un niente di
noce moscata, ma io non l'ho mai fatto).
Dopo avere ben lavato l'uvetta sotto l'acqua corrente, metterla in un
recipiente capace (senza farla "rinvenire", poiche'
questo avverra' nei giorni
di riposo del ripieno) insieme a tutti gli altri ingredienti citati. La
quantita'
di vino dovra' essere tale da rendere l'impasto mescolabile, mantenendo
pero' una consistenza molto pastosa, per cui io ne
aggiungo poco per volta e mi regolo di conseguenza. Mescolare
energicamente con un cucchiaio di legno (la nonna usava
quello grosso della polenta). Lasciare riposare il ripieno per alcuni
giorni in un luogo fresco, ricordandosi ogni tanto di
mescolare e, se il caso, aggiungere un altro po' di vino di tanto in
tanto.
Il profumo del ripieno che si spande per la casa e'
il segno che la festa e' vicina. Io da bambina andavo a "pescare" i
pinoli dal pentolone (una tentazione irresistibile....), se
ritenete che possa succedere altrettanto vi consiglio di mettercene
qualcuno in piu'... come faccio io!!
E poi viene il giorno della preparazione delle pinze. Ormai mancano
pochi giorni al Natale.
Ingredienti per la pasta:
1 kg di farina 00 di grano tenero,
4 uova,
4 hg di zucchero semolato,
150 gr. burro,
3 bustine di lievito chimico per dolci,
una presa di sale,
la scorza grattugiata di un limone,
un po' di latte.
Disporre la farina unita allo zucchero, alla presa di sale, al lievito,
alla scorza di limone, a fontana sul tagliere. Nel centro
sgusciare le 4 uova, aggiungere il burro (ammorbidito prima a parte con
una forchetta) e impastare velocemente,
aggiungendo quanto latte occorrera' (la consistenza sara' quella della
pasta frolla delle crostate).
Dividere l'impasto in 6 parti, ognuna delle quali verra' spianata col
mattarello in forma rettangolare e dello spessore di circa
un dito. Spalmare di ripieno la superficie di ogni forma spianata e
ripiegare in tre parti chiudendo a depliant, per intenderci,
con le pagine sovrapposte, poi ripiegare leggermente su se stessi i due
lati piu' corti, premendo un po' , per evitare che
fuoriesca il ripieno. Sistemare le pinze (che cuocendo cresceranno),
ben distanziate fra loro, su placche da forno rivestite
di carta-forno, spennellarle
delicatamente con albume sbattuto e cospargerle di granella di
zucchero. Infornare a forno gia' a temperatura di circa 180
gradi per circa 30-40 minuti (ovviamente, dipende dal forno).
Naturalmente io le inforno a piu' riprese. Inutile ricordare che
la perfetta cottura e' condizione necessaria alla buona riuscita: le
pinze dovranno essere dorate ma non troppo colorite e
la pasta dovra' asciugarsi ma non eccessivamente seccarsi. Una volta
sfornate si lasciano raffreddare e si conservano,
avvolte
in un telo di cotone in un cassetto ben chiuso, in luogo fresco e
asciutto, anche per 15 giorni. La pinza si serve tagliata a
fette dello spessore di circa due dita.
Buona festa.
Mara
Volete vedere la preparazione delle pinze passo a passo? Cliccate qui!
Ricicla si', ma con ordine!
Venezia: gustare stuzzichini nei tipici bacari
Stanco della scelta tra lavare piatti e inquinare?
|