1 chilo di farina
120 g di lievito di birra
175 g zucchero
un po' di sale
250 ml latte tiepido
500 g burro
500 g uva passa color marrone (sultanine?)
125 g uva passa color nero (corinthe?)
100 g buccia d'arancia candita a dadini
100 g buccia di cedro candita a dadini
150 g mandorle sbucciate fatte a pezzi grossi (prima a metà, e poi ciascuna parte in due, tagliata nel senso della lunghezza)
succo di 1 limone
2 bicchierini di rhum
Procedimento:
1.
Mescolare la frutta secca, le mandorle, il succo di limone ed il rhum in una scodella un paio di ore prima.
2.
In uno scodellino mescolare il lievito, un po' dello zucchero, del latte e della farina, cospargere con un po' di farina, coprire con un canovaccio e lasciarla crescere per 15 minuti circa (si chiama "vaporello" da noi, non so come si chiama in Italiano).
3.
Mettere il resto della farina tranne una manciata in una scodella, aggiungere il vaporello cresciuto, lo zucchero, il sale ed il burro morbido. Impastare finché diventa impasto. Mescolare la restante manciata della farina con la frutta e aggiungerla all'impasto, amalgamando bene.
4.
Mettere l'impasto al riposo per farlo crescere un po', poi dividere in due parti. Formare da ciascuna parte una palla, schiaccarla per farla diventare uno cerchio piatto dell'altezza di ca. tre dita e piegare lo cerchio in modo che due terzi di esso restano sotto ed il terzo terzo si piega sopra. Fare crescere gli Stollen per ca. 15 minuti sulla teglia foderata con un pezzo di carta da forno.
5.
Infornare i due Stollen in un forno preriscaldato a ca. 160° (kalura media, dice la ricetta) e dopo un po' alzare la temperatura ai 180° o anche di più (kalura più forte, dice la ricetta), per 60 - 90 minuti complessivamente.
6.
Sfornare gli Stollen, spennellarli ancora caldi con dell'altro burro sciolto e ben caldo, e mettere sopra uno strato di zucchero a velo (lo strato deve essere alto ca. 3-4 mm). Farli rafreddare un po' e poi incartarli ciascuno in un foglio d'alluminio. Conservare in un luogo fresco, asciutto, tipo una dispensa.
7.
Non si mangia subito, ma dopo alcune settimane, a fette.
8.
Una foto non ce l'ho. (Potrei fare una foto appena vado dalla mia mamma però.)