A volte capita di avere delle voglie, di avere tempo, ma allo stesso tempo di non avere voglia.
Può capitare di passare davanti al cesto delle frutta e vedere che al suo interno ci sono due pere, belle, turgide, le prendi e le avvicini al naso, profumano di buono, sono zuccherose, dolci, fragranti.
Capita che alzi gli occhi verso l’armadietto soprastante, è sempre stato li, lo conosci bene, come sei perfettamente consapevole di cosa contiene, basta solo aprire un’anta per raggiungere ciò che hai in mente…. Capita di non riuscire però ad aprire l’anta, da un primo momento ti preoccupi non capisci come mai, poi realizzi che prima dovresti posare le pere, sul tavolo è meglio, ora l’armadietto riesci ad aprirlo perfettamente.
Quindi apri e prendi quel bel blocco di cioccolato che solo da poco fa bella mostra in un angolo, anche lui profuma, un sentore dolceamaro, secco, aromatico, lo metti sul tavolo.
Capita a volte di passare davanti alla dispensa, sai che in fondo, nell’oscurità, giace un vasetto ricolmo di quell’uvetta ammollata nel vino bianco che ti hanno regalato, sai che è davvero aromatica, in grado di esaltare qualsiasi sapore e gusto, la prendi e la metti sul tavolo.
Capita molto spesso di passare davanti al frigorifero, per evidenti motivi, oggi ne hai uno in più, sai che quasi dimenticata in basso giace una confezione di pasta sfoglia, non è usuale che sia li, ma oggi poco importa, sarà perfetta per l’uso, la metti sul tavolo.
Guardi il tavolo, ti sembra già abbastanza popolato, ma senti qualcosa che manca ancora all’appello, cosa potrebbe essere? Fra tante cose dolci aromatiche ed umide, la compagnia deve essere integrata con qualche elemento secco, asciutto, dal sapore deciso.
Capita che ci siano degli amaretti in un angolo e magari della cannella sulla mensola delle spezie, oggi ci sono entrambi, bene.
Facile creare un gruppo, non servono molte cerimonie, basta un contenitore accogliente, le pere dopo esser state sbucciate si tagliano a dadi, il cioccolato, complice una grattugia, si riduce in grosse scaglie, l’uvetta basta rovesciarla sugli altri ingredienti, è già pronta e scolata. Gli amaretti, figuriamoci, si sbriciolano al solo stringerli nel palmo della mano. Una spolveratina di cannella non guasta mai, come non guasta qualche cucchiaino di zucchero di canna sparso a caso, il ripieno può andare così.
Saranno passati cinque minuti? Se non di meno nemmeno molti di più, conviene accendere il forno, le prossime operazioni richiederanno ancora meno tempo.
Il bello della pasta sfoglia industriale è che è già pronta e tirata, avrà anche delle controindicazioni, ma in un giorno di voglia e non voglia figurati cosa può importare, il massimo della fatica che ci si concede è darle una stiracchiata, una forma un po’ più allungata e versar su il ripieno.
Saranno passati ancora un paio di minuti.
Arrotolare il salsicciotto è roba da ragazzi, lo si mette su carta forno, e poi in una teglia, non sarà nemmeno necessario lavarla dopo la cottura, giusto una sciacquata.
Capita di non aver voglia di stare a sbattere un uovo, ci si limita a spennellare con un po’ di latte la superficie e spargere un po’ di zucchero di canna.
Il resto è solo questione di tempo, quello necessario ad un forno impostato sui 190° a cuocere il tutto.
Capita a volte che una fotografia proprio non voglia venire a fuoco, non ti spieghi il perché, il monitor della digitale certo non ti aiuta ad a valutare l’eventuale inconveniente in maniera appropriata.
Capita di essere più attratti dal dolce che dal volere fare fotografie, così come tutti gli amici che nella serata ti circondano.
Capita di posare la macchina e con loro dedicarti all’assaggio del dolce, pensando che eventualmente ci sarà tempo dopo di rifare l’ultima immagine utilizzando una fetta avanzata, capita in questi casi di sbagliarsi di grosso sulla voracità dei commensali e dover rimanere con una fotografia sfuocata…… ma la bocca dolce.