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Latte in polvere nei formaggi?Vero,ma fino ad un certo punto

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Latte in polvere nei formaggi?Vero,ma fino ad un certo punto

Messaggioda TeresaDeMasi » 30/06/2015, 17:17

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Si legge continuamente, in questi giorni di una diffida ricevuta dall'UE secondo cui " La Commissione europea ha inviato all'Italia una diffida in cui ci impone di adeguarsi alla normativa degli altri Paesi, dove l'industria casearia ricorre alla produzione di formaggi con latte in polvere e non con latte puro come facciamo noi. Dice Coldiretti: "Siamo di fronte all'ultimo diktat dell'Europa, pronta ad assecondare le lobby che vogliono costringerci ad abbassare gli standard qualitativi"

Ora premesso che i formaggi senza latte per me non esistono, questo non vuole dire che non esistano manco in Italia e che non vengano consumati da molti. Sottilette in testa. Per cui, francamente, capisco poco questa levata di scudi... confesso! Ma pensavo di essere in torto io, pensando che la qualità vada difesa in primis con la qualità e non con le leggi, quando sono incappata in questo articolo. Che mi ha tolto ogni dubbio.

Certo, non è una buona notizia: ma credo che il consumatore oculato possa comunque difendersi nel solito modo, cioè leggendo le etichette.

Il motivo di questa richiesta da parte dell’Unione Europea? La legge italiana del 1974 che vieta l’utilizzo del latte in polvere per la produzione di formaggi ostacola la libera circolazione delle merci all’interno dell’Unione stessa. Affinché tutto sia in regola con l’Unione Europea, l’Italia dovrebbe modificare la legge e permettere l’utilizzo del latte in polvere per questo scopo.

Un altro fatto, tuttavia, riguarda la questione del formaggio DOP (“Denominazione di Origine Protetta”). Qualcuno avrà pensato che ora prodotti tipici nostrani, formaggi DOP come il Grana Padano, potessero essere prodotti in futuro con latte in polvere. La produzione di formaggi DOP è già protetta dall’Unione Europea, proprio quest’ultima ne vieta la produzione con materie prime diverse da quelle prevista dai disciplinari (incluso il latte in polvere). Lo stesso Maurizio Martina, Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, lo ha dichiarato in un suo comunicato.

Nessuna imposizione da parte dell’Unione Europea a produrre formaggi con latte in polvere, nessuno dovrà obbligatoriamente cambiare tipo di produzione del formaggio, e soprattutto quelli di tipo DOP.


L'articolo completo qui.
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Re: Latte in polvere nei formaggi?Vero,ma fino ad un certo p

Messaggioda TeresaDeMasi » 08/07/2015, 9:49

Mentre continua sul web l'indignazione verso questa scelta dell'UE, per fortuna si leggono articoli interessanti che affrontano il problema da un punto di vista simile a quello che dicevo più su. E cioè:

Chi vuole usi pure il latte in polvere, anzi, tanto meglio, così la differenza di qualità sarà più evidente e le scelte dei consumatori più mirate. L’importante è che l’etichetta sia chiara e comprensibile.

Il punto saliente dell'articolo, mi pare questo:

Se questi signori vogliono tutelare e frenare la deriva della zootecnia devono chiedere a gran voce e subito non il divieto dell’uso del latte in polvere, ma l’abolizione tout court della legge sull’Alta Qualità e la fine del prezzo unico del latte. A ciascuno il suo: il prezzo dovrebbe essere il giusto per tutti e mai uguale. Solo così resisterà sul mercato chi è più bravo, più professionale, chi si confronta con il mercato e condivide con i consumatori un percorso di qualità.

L'articolo originale, firmato da Roberto Rubino, presidente dell'Anfosc, l'associazione nazionale formaggi sotto il cielo e grande sostenitore del latte di qualità, lo potete trovare qui.

http://www.cronachedigusto.it/archiviod ... 42-27.html
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Re: Latte in polvere nei formaggi?Vero,ma fino ad un certo p

Messaggioda TeresaDeMasi » 15/07/2015, 16:13

Un altro articolo interessante, di quelli che fanno chiarezza.
http://www.ilfattoalimentare.it/formagg ... ropea.html

Estraggo i passaggi salienti, rimandando al link per la lettura completa.
Per chiarire gli aspetti tecnici abbiamo rivolto alcune domande a Germano Mucchetti, del Dipartimento di scienza degli alimenti all’Università di Parma.

Quali sono le caratteristiche del latte in polvere? Il latte in polvere è latte disidratato, al quale è stata tolta l’acqua. Si può conservare anche due anni e permette di gestire le eccedenze produttive e di calmierare i prezzi, perché quando si registrano forti eccedenze sul mercato si procede alla trasformazione in polvere di latte. Si tratta di un prodotto sicuro, senza rischi per la salute, tanto che dopo un’adeguata integrazione diventa l’alimento fondamentale per molti neonati. Il trattamento può essere diverso e questo determina varie tipologie di latte in polvere, adatte ad essere aggiunte nella preparazione dello yogurt o del formaggio.

Perché le aziende potrebbero preferire il latte in polvere? Il motivo è sia economico che tecnico. Il latte in polvere può servire per normalizzare la composizione della materia prima o a sostituirla in parte o in toto. Il latte fresco ha un contenuto di proteine e grassi variabile che cambia in funzione della stagione, del tipo di alimentazione e della frequenza delle mungiture. Questi cambiamenti rappresentano un problema per la produzione di molti formaggi dove è richiesta una composizione standardizzata del latte per ottenere un prodotto con la medesima consistenza e lo stesso sapore ecc.

i prodotti STG (mozzarella) DOP e IGP non subiranno alcuna modifica perché i disciplinari vietano l’utilizzo di latte in polvere o altri derivati
Quindi lo scopo della liberalizzazione del latte in polvere è ottimizzare la produzione del formaggio? L’uso di latte in polvere è uno dei mezzi usati dall’industria casearia europea per gestire la produzione di formaggi non DOP in una logica di standardizzazione della qualità e di ottimizzazione dei costi. Quella “qualità” può piacerci o meno, ma i consumi di formaggi europei “commodity” da parte dei consumatori italiani indica che possono essere anche apprezzati, forse per il prezzo.

Le proprietà nutrizionali sono le stesse del latte fresco? Si può registrare un calo del contenuto di vitamine, ed una parziale modificazione della struttura delle proteine, come accade per il latte a lunga conservazione. Questa modifica non rappresenta necessariamente una perdita decisiva di valore nutrizionale. Possiamo ricordare che non consideriamo dannosa la denaturazione delle proteine del siero di latte quando mangiamo la ricotta.

Il latte in polvere il più delle volte viene aggiunto per aggiustare il contenuto di proteine e grassi e standardizzare la materia prima e rappresenta un costo aggiuntivo e non un risparmio
Dal punto di vista dei produttori di latte...Dal punto di vista economico, il prezzo del latte in Italia è normalmente più alto che nel resto dell’Europa ed è possibile verificarlo sul sito Clal, dedicato al mercato del latte e derivati. Questo riduce la competitività dell’industria di trasformazione, ma non rende i produttori di latte soddisfatti perché evidentemente il loro margine di guadagno non è soddisfacente. Se non si crea valore attraverso la trasformazione, è tuttavia difficile remunerare il latte. Anche in Italia per altro, in Piemonte, allevatori italiani trovano remunerazione al loro latte vendendolo a un’importante azienda che produce latte in polvere destinato prevalentemente al settore dolciario.
Quindi ben venga l’abolizione di questo divieto? Credo che servano delle regole per garantire la qualità dei vari prodotti. Agirei sull’etichettatura: oggi non è obbligatorio indicare sulla confezione se viene utilizzato latte in polvere nello yogurt e nel formaggio. Se ci fosse questo obbligo, il consumatore potrebbe fare le scelte in modo consapevole.
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