Con l’inverno da queste parti si avvia puntuale nelle macellerie la produzione del mallegato, nome più comunemente usato per indicare questo prodotto un po’ particolare, dall’aspetto truce e assai poco invitante, nero fuori e rosso sangue dentro.
La versione classica prevede di insaccare il sangue crudo e di condirlo con lardello suino tagliato in cubetti (i dadi di grasso possono essere saltati nel Vin Santo o nel vino bianco) lardelli, sale, noce moscata, cannella, pinoli e uva passa. Una volta semipieno il budello è legato un poco “lasco” (da qui il nome: legato male) – altrimenti durante la cottura scoppierebbe – e poi finisce nel pentolone a bollire sino a che la temperatura al cuore dell’insaccato raggiunge i 90°C circa e il sanguinaccio raggiunge la consistenza giusta.
(Tratto da )
Quanto scritto si riferisce alla versione tipica di questa zona, quella sanminiatese, ma il mallegato, talvolta con nomi diversi, è presente anche in altre parti della Toscana. Qui in paese ad esempio si trova anche nella versione pistoiese (per caso, uno dei macellai ha origini pistoiesi), che prevede anche l’aggiunta di cotenne (o almeno così fa e dice lui, che segue la ricetta tramandata da suo nonno). Nel livornese è caratterizzato invece dall’aggiunta di frattaglie, altrove dalla presenza di mollica di pane e così via.
Da macellaio a macellaio poi, inutile dirlo, le ricette cambiano leggermente, ognuno è fedele alla sua ricetta e si tiene ben stretto il segreto di una preparazione semplice ma basata sul fondamentale equilibrio fra i pochi ingredienti presenti.
Nella foto: a destra il mallegato classico con l'uvetta (ma senza pinoli), a sinistra la versione senza uvetta (che trovo un po' triste e anonima).
Non va confuso però con altri insaccati come il biroldo garfagnino (qui un salume simile viene chiamato spesso, ma non sempre, buristo o burischio, dipende dalle zone), simile più simile ad una soprassata (ma con aggiunta di sangue), che si consuma come un qualsiasi altro affettato, freddo tagliato a fette e accompagnato dal pane.
Il mallegato invece, anche se viene venduto dai macellai già cotto e bollito, viene consumato tagliato a fette spesse, infarinato e cotto velocemente in padella. In questo modo il grasso si ammorbidisce e si scioglie e i profumi si esaltano, la consistenza dell’interno diventa molto morbida, quasi cremosa, e contrasta con la crosta che si forma all’esterno.
E’ un cibo antiquato, rozzo e un po’ brutale per certi versi, dal sapore decisamente fuori moda, salato e dolce al tempo stesso, per il sangue e l’uvetta, grasso, con forti note di spezie (cannella in particolare).
Spesso si accompagna con erbe passate in padella, anche amarognole come le rape, che contrastino il sapore dolce e speziato del mallegato, o con legumi lessi (fagioli o ceci per lo più).
Sarò romantica, o semplicemente scontata, ma io continuo a pensare che l'accompagnamento migliore possibile sia del banale, semplicissimo pane.