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'E taralle pepe e 'nzogna

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Re: 'E taralle pepe e 'nzogna

Messaggioda Azabel » 22/05/2012, 13:03

Fatte pure io con ricetta di Rossana, incluso l'uso delle mandorle tritate nell'impasto... oddio, a dire la verità le faccio da un bel po' ma ho sempre dimenticato di scriverne qui :D
Ho usato olio extravergine al posto dello strutto e (tanto, eretico per eretico 8-) ) ogni tanto le faccio con le nocciole, oppure aggiungo del timo/basilico/maggiorana/salvia.
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Re: 'E taralle pepe e 'nzogna

Messaggioda TeresaDeMasi » 23/05/2012, 9:05

Azabel ha scritto:Fatte pure io con ricetta di Rossana, incluso l'uso delle mandorle tritate nell'impasto... oddio, a dire la verità le faccio da un bel po' ma ho sempre dimenticato di scriverne qui :D
Ho usato olio extravergine al posto dello strutto e (tanto, eretico per eretico 8-) ) ogni tanto le faccio con le nocciole, oppure aggiungo del timo/basilico/maggiorana/salvia.



Ce ne fai vedere qualcuno spezzato, in modo che si veda l'interno? Per vedere come vengono con l'olio di oliva? :)
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Re: 'E taralle pepe e 'nzogna

Messaggioda Azabel » 23/05/2012, 12:41

Sono finiti, e non ho proprio pensato di fotografarne uno spezzato :(
La prossima volta lo faccio :)
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Re: 'E taralle pepe e 'nzogna

Messaggioda Cat » 10/10/2012, 14:47

Si conservano per qualche giorno o meglio farli al momento per la presenza dello strutto?
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Re: 'E taralle pepe e 'nzogna

Messaggioda caris » 11/10/2012, 9:38

cat, io non li ho mai fatti ma quelle che mi regalò Antonia durarono moltissimo..ed erano sempre friabili :)
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Re: 'E taralle pepe e 'nzogna

Messaggioda Cat » 11/10/2012, 10:03

Grazie! :)
Mi sono resa conto che sembrava pure una domanda cretina, dal momento che ci sono tante preparazioni che si fanno con lo strutto e si conservano perfettamente, ma era un dubbio che mi era venuto perché qui continuava a fare caldo e avevo paura che si potessero rovinare.
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Re: 'E taralle pepe e 'nzogna

Messaggioda anthonyb » 07/11/2012, 15:26

Taralli sono buoni per molti giorni, anche che migliori sono freschi. Infatti sul lungomare o nel bar etc. si comprano riscaldati.
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Re: 'E taralle pepe e 'nzogna

Messaggioda Cat » 07/11/2012, 16:05

Grazie, Aneta :)
Alla fine nel dubbio li ho preparati il giorno prima e non sono nemmeno durati molto!
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Re: 'E taralle pepe e 'nzogna

Messaggioda TeresaDeMasi » 18/06/2014, 16:24

Una nota trovata in internet sui taralli. Piacevolissima da leggere secondo me.

Il tarallo " nzogna e pepe ", sugna e pepe, è un tipico prodotto della tradizione gastronomica napoletana.Si tratta di un tarallo cotto al forno, i cui ingredienti sono farina, sugna, pepe, ricoperto da mandorle nella parte superiore.

Matilde Serao, nella sua opera " Il ventre di Napoli " descrive i famosi fondaci, quartieri molto popolari nelle vicinanze del porto, dove la miseria e la fame regnavano incontrastate. A sconfiggere quella fame spesso ci riusciva, a partire dalla fine del 1700, il tarallo.Come molti prodotti alimentari di antica tradizione, il tarallo è figlio della creatività e fantasia di tante generazioni la cui principale preoccupazione era la necessità di utilizzare tutte le risorse alimentari di cui disponevano. E fu così che i fornai, nel 1700, non avendo nessuna intenzione di buttare lo " sfrriddo " cioè i ritagli di pasta con cui avevano appena preparato ed infornato il pane, si inventarono il tarallo: aggiunsero della sugna, la "nzogna " in lingua napoletana ", del pepe in abbondanza a quei ritagli di pasta, lavoravano sapientemente l'impasto ottenuto, ricavavano delle striscioline, le attorcigliavano tra loro, gli davano una forma a ciambella e le infornavano. Agli inizi del 1800 qualcuno ebbe la felicissima idea di aggiungervi le mandorle che vanno a nozze col pepe. Essendo un cibo povero, il tarallo aveva ed ha tuttora, una grossa diffusione. Ne traevano profitto i fornai che non buttavano nulla della loro lavorazione, ne traeva beneficio la povera gente che con pochi soldi, riempiva lo stomaco affamato con qualcosa dal gusto eccellente e con un apporto calorico, dovuto alla sugna presente nell'impasto, non indifferente. Ne traevano profitti anche gli osti, nei cui locali si consumavano molti taralli, perchè il pepe presente nell'impasto faceva si che gli avventori consumassero anche molto vino. Vista la sua grande diffusione non poteva mancare la figura del " tarallaro " venditore ambulante di taralli che, con la sua cesta piena di taralli , coperti da un panno per tenerli al caldo, girava per i vicoli e le strade di Napoli.


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