Come promesso, cerco di parlare un pò delle tradizioni (gastronomiche) del mio paese, Leonforte, piccolo paese di circa 15 mila anime, sito in prov di enna, proprio al centro della sicilia.
Una delle feste sicuramente più belle, intense e sentite a Leonforte è ,da sempre, la festa di S. Giuseppe che si festeggia nella notte tra il 18 e il 19 Marzo. Per questo evento si preparano le "tavolate di S. Giuseppe", ovvero una grande tavola imbandita con cibi di ogni sorta e decorata con veli bianchi, luci e immagini del santo.
Tra le cose "da mangiare" fanno belle mostra sicuramente le cosiddette "cudduri", ossia dei pani con forme che riprendono la vita del santo o altre immagini.
La cosa particolare è che in questa festa si mescola il "sacro" e il "profano"...
Nel senso che queste foto riprendono le tavolate che sono un luogo "sacro", e il cibo che cè è destinato al pranzo che si svolge giorno 19 in presenza dei 13 apostoli (che sono dei ragazzini, generalmente vicini di casa, amici, parenti, ma non solo), i quali inscenano una sorta di ultima cena.
Ma la notte precedente, che è il momento nel quale tutta la popolazione va a "girare gli altari" (visitare gli altri, che in genere sono 10-15 ogni anno), accanto al luogo dove cè l' altare, cè un' altro luogo dove si dà da mangiare e da bere a volontà a chiunque arrivi. E guai a rifiutare o soprattutto MAI dire grazie! Altrimenti qualcuno vi apostroferà così: "Grazie non si dice a S. Giuseppe!".
Fra le cose che si possono gustare ci sono: formaggi, le sarde, salumi, olive nere e bianche, le sfinci (dolci tipici di questa festa fatte con uova, farina, lievito e latte), lupini, ecc. Il tutto rigorosamente accompagnato da vino di casa.