200 g di zucchero
150 g di semolino o farina fine di mais
6 uova
buccia grattugiata di un limone
200 g di mandorle dolci
qualche mandorla amara
Per la copertura
150 g di cioccolato fondente
30 di burro
Preparazione
Tritare le mandorle e mescolarvi il semolino e il limone grattugiato.
Montare separatamente i tuorli con lo zucchero e gli albumi con un pizzico di sale.
Aggiungere alla farina di mandorle e semolino prima il composto di tuorli mescolando bene e poi quello di albumi con la solita tecnica dell’incorporo dal basso verso l’alto.
Imburrare uno stampo a forma di cupola, e versarvi il composto. Mettere in forno per 3/4 d'ora a 170°-180°. Dopo la cottura mettere il parrozzo su un foglio doppio di carta casa.
Quando è freddo, anche il giorno dopo, sciogliere a bagnomaria cioccolato e burro, e spennellare la superficie del dolce. Quando la copertura è solidificata, anche la base.
Note
Utilizzando gli stampi monodose in alluminio, me ne son venuti 8. Ma gonfiano molto in cottura e, anche per evitare l’effetto muffin (che a me era venuto ed ho dovuto correggere dopo rifilandoli) si possono riempire a metà e farne circa 10. E’ preferibile, visto il dolce deve avere una forma a cupola; penso che chi ha gli stampi per le delizie al limone potrebbe usare quelli, sennò c’è il sistema consigliato da Teresa.
Certo, rozzo non è davvero: è anzi una specie di pan di spagna profumato alle mandorle. Originariamente, si faceva con la farina di mais e secondo me è da provare anche così. Nasce nel 1920 dalla rielaborazione da parte del pasticcere Luigi D’Amico di un pane fatto dai pastori appunto con la farina per la polenta (ecco perché pane rozzo). D’Annunzio dedicò un’ode a questo prodotto
E’ tante ‘bbone stu parrozze nove che pare na pazzie de San Ciattè,
c’avesse messe a su gran forne tè la terre lavorata da lu bbove,
la terre grasse e lustre che se coce…
e che dovente a poche a poche chiù doce de qualunque cosa doce…”.
In Abruzzo, è un dolce che si mangia tutto l’anno. Nelle altre regioni, si trova sotto Natale (un po’ come i ricciarelli senesi). Ai fini del regalo natalizio, io non credo che permetta una lunga conservazione, dato l’impasto. Preparato industrialmente, dura fino a quattro mesi. Secondo me, va preparato al massimo una settimana prima chiudendolo, una volta perfettamente solidificato il cioccolato, in sacchetti alimentari. Comunque, lo inserisco nel relativo pdf (quello che nessuno ha ricontrollato, per intenderci ).
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